Il 16 Ottobre del 1944 dal ghetto, o campo di concentramento, di Theresienstadt partì un treno carico di poeti, musicisti, scrittori, talenti di ogni genere, destinazione Auschwitz. Il 17 Ottobre un’intera generazione di straordinari artisti europei scompare, viene sterminata nelle camere a gas. Tra loro un violoncellista praghese, che prima di essere deportato nel ghetto di Terezin, per non separarsi dal suo amato violoncello lo smonta accuratamente, lo riduce ad un cumulo di legno e ferro e una volta arrivato nel ghetto lo ricostruisce, pezzo per pezzo fino a farlo tornare a vivere. E le corde rotte del suo violoncello dopo mesi di silenzio riprendono a suonare. Tra il 1941 e il 1944, Terezin è una fabbrica d’arte che lavora giorno e notte: centinaia di concerti, decine di opere liriche, spettacoli teatrali e di cabaret, mostre d’arte, film, riviste. Guido Barbieri, “ mitica” voce di Radio3, ad antiruggine allo Squero, per raccontare al calar del sole sulla laguna, assieme al violoncello di Mario Brunello, una storia che possiede uno stupefacente valore paradigmatico.
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