MIRAMARI, clarinetto e pianoforte, Brasile e jazz.
L’incontro fra Gabriele Mirabassi e Andrè Mehmari avvenne qualche anno fa a San Paolo per merito del grande chitarrista e compositore carioca Guinga, il quale aveva intuito le profonde affinità nel percorso dei due.
Gabriele, clarinettista italiano partito dalla musica classica e contemporanea, 20 anni di militanza nel jazz europeo, in continuo bilico tra la canzone d’autore, il teatro, la danza, la musica popolare, e poi fatalmente innamorato del Brasile e della sua musica.
Andrè, prodigio della nuova musica brasiliana, pianista virtuoso, collaboratore dei più grandi nomi della MPB contemporanea, polistrumentista, compositore fecondo ed “erudito” fra i più eseguiti della nuova generazione brasiliana, una passione divorante per la musica barocca, soprattutto italiana.
Come è lontano il mare, sia dalla mia città, Perugia, che dalla Serra della Cantareira, dove vive Andrè… eppure le nostre provenienze ed appartenenze si definiscono attraverso i “rispettivi” mari. Se faccio fatica infatti a dare un significato intimamente soddisfacente al mio essere cittadino italiano, o tanto meno europeo, con orgoglio invece mi sento iscritto all’anagrafe della cultura e della natura
mediterranea. Così come credo che qualsiasi brasiliano per sentirsi veramente tale deve in qualche modo essersi tuffato più volte nelle acque di quella immensa baia dello spirito e del cuore che si estende tra Salvador e Guanabara ed è da uno di questi porti che con Andrè ci siamo fermati a guardare i nostri mari… per vedere… per sentire.
Gabriele Mirabassi