A proposito di Bach, che in tedesco significa ruscello, Beethoven disse che avrebbe dovuto chiamarsi Oceano! Infatti l’opera di Bach è un oceano di note, una smisurata quantità di materia sonora messa in ordine su pentagrammi e regalata al futuro. Ora noi possiamo sì leggere le forme musicali architettate da Bach, ma ad ogni lettura, ad ogni esecuzione ci troviamo di fronte a un abisso. La “fuga” è una delle forme che Bach ha più frequentato e che rivelano la genialità della sua mente musicale. Ad antiruggine Mario Brunello, al violoncello piccolo, suona e racconta le Fughe dalle tre Sonate per violino solo BWV 1001, 1003, 1005. Un’immersione nell’oceano di Bach.
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