Ad antiruggine i due Sestetti per archi, op 18 e op 36 di Johannes Brahms, con Il Quartetto di Venezia, Danilo Rossi viola e Mario Brunello violoncello.
Sulle prime opere da camera di Brahms, Robert Schumann scrisse così: “…sarebbe improvvisamente apparso, qualcuno che fosse chiamato a dar voce in maniera ideale alla più alta espressione del tempo, qualcuno che ci avrebbe portato la maestria non per gradi ma già perfettamente compiuta. Ed è arrivato, si chiama Johannes Brahms, viene da Amburgo. Egli possiede tutti i segni che lo annunciano come eletto.”
Invece così scrisse il critico del Wiener Zeitung: “Ogni volta che viene annunciato il novello san Giovanni Battista, Johannes Brahms, siamo colti immancabilmente dall’identico stato di prostrazione. Questo profeta ci riempie di desolazione con la sua musica d’una noia subdola e vertiginosa, una musica che non ha corpo né anima “
A noi Brahms piace, immensamente!
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